STAVOLTA NO, CARO PRODI.

Dedicato alle classi dirigenti che votano Si

Marta Fana
Marta Fana

Caro Prodi, per quanto lei si consideri assolto rimarrà per sempre coinvolto.

Non solo di questo voto a favore di una riforma che è, nella natura, al limite dell’eversivo. condotta da un governo e un capo del suo partito (ha ancora la tessera?) che sta usando tutte le armi più becere per vincere, perché lei cretino non è, lei lo sa che a Renzi interessa solo vincere. Lei lo sa che la riforma è fondata su un’idea di governo autoritario.

Ma a lei, delle nostre vite non frega proprio niente.

E la dico così, semplice semplice. E sa perché? perché io vorrei che mi capissero tutti, anche quelli che non hanno studiato, anche quelli che non sono abituati ai linguaggi da pseudo colti. Sono gli stessi di cui a voi non è mai fregato niente, sono quelli che avete venduto prima con l’euro e ora con Renzi.

A lei non cambia niente se vince il No o il Sì, lei è al sicuro.

Noi no.

Lei non ha neppure l’onestà di dire che vota una riforma voluta da chi prima abolisce l’articolo 58 della Costituzione e poi manda in televisione una scheda elettorale per l’elezione del Senato la cui legge elettorale non esiste. Chi sprezza le istituzioni e l’intelligenza dei cittadini. Lei sta votando questo, ma appunto a lei che importa? A casa stanno tutti bene?

Noi no.

Noi siamo stanchi, siamo tesi, sentiamo il nervosismo e la tensione delle strade. Quell’irrazionalità diffusa che pesa, pesa e a volte fa anche un po’ paura. Sa, siamo quelli che il suo ministro dell’economia chiamò “bamboccioni”, molti di noi hanno smesso di andare a scuola, qualcuno ha perso due dita sotto una pressa mentre era pagato a voucher, molti sono disoccupati. Qualcuno sta facendo un dottorato. Altri a mille euro al mese non ci arrivano più. Sa qualcuno è tornato in provincia perché pagare l’affitto in città con questi salari era ormai impossibile. Però si ricorda, l’Imu sulla prima casa è stata tolta. Non hanno neppure reintrodotto la tassa sulle successioni. Non so se ha letto, ma siamo tra i Pasi Ocse, il terzo più diseguale. Lei forse, molto forse, non faceva più politica. Noi ci provavamo, ci proviamo tutt’ora, però non ci intervistavano, non ci intervistano.

Sa, quelli come noi hanno studiato a fondo questa riforma e temono solo una svolta autoritaria, non i mercati, consapevoli che i problemi dell’Italia sono altri. Un paio glieli ho raccontati. Noi non temiamo i mercati, noi votiamo liberamente. Votiamo per la democrazia e votiamo perché noi in fondo nelle istituzioni ci crediamo.

Lei sposterà molti voti, forse, e la gente penserà che ha ragione perché ha la faccia pulita, un’espressione docile. Però sa, dietro alla sua faccia bonacciona ci sono quelle scalfite dalla fatica, ci sono quelle sporche di grasso, esistono i bassifondi che le vostre facce rassicuranti hanno provato ad eliminare dall’immaginario collettivo. Sa, alcuni vivono nelle sue zone, vicino Piacenza. Fanno i facchini. Uno è pure morto mentre faceva un picchetto. Era un immigrato e difendeva i suoi colleghi, alcuni immigrati altri no.

Sa, lei potrà usare il suo nome per evitare una discarica sotto casa.

Noi no.

Forse non gliel’ho mai detto: io nel centrosinistra non ci ho mai creduto, anzi l’ho sempre temuto perché non è mai stato dalla parte dei più deboli, mai nella profonda sostanza. E non è un caso che da voi sia partita la profonda offensiva ai diritti dei lavoratori, e io questo me lo ricorderò a vita.

Noi siamo come quelli, addetti alla nostalgia, che la domenica delle salme accompagnarono tra i flauti il cadavere di Utopia, mentre voi siete sempre stati quelli che hano annientato la politica col pensiero unico, lasciando nient’altro che i segni di una pace terrificante.

E sì, Prodi, lei ha insieme a molti altri la responsabilità storica di questa deriva che viene da lontano, che avete costruito lentamente. E in fondo siete anche coerenti voi nel votare sì, voi che avete preferito la stabilità dei prezzi ai diritti dei lavoratori. La velocità del capitale alla lentezza dei rapporti sociali.

Vorrei che fosse chiaro da che parte sta lei, casta, e da che parte stiamo noi, popolo che vorrebbe essere libero, anche dai vostri diktat.

#StavoltaNO

Marta Fana