L’Europa passa da Corbetta

Alfredo Somoza e Sonia Labate
Alfredo Somoza con Sonia Labate, coordinatrice SEL Corbetta

Giovedì scorso abbiamo ospitato a Corbetta Claudio Fava (Parlamentare SEL e Vicepresidente della Commissione antimafia) ed Alfredo Somoza (Giornalista, Coordinatore SEL MBrianza e Candidato alle Europee con Altraeuropa). Intervistati dal giornalista Alessandro Braga di Radio Popolare.

La parola Europa, che prima sembrava distante ed aleatoria, è stata finalmente “sdoganata” e comincia davvero ad essere soggetto di interesse della cittadinanza e della politica concreta e non piu’ un parcheggio temporaneo per riciclati politici (senza generealizzare, poiche’ abbiamo avuto in Europa eccellentissimi parlamentari, tra cui proprio lo stesso Fava).
Questo piccolo viaggio di giovedì sera ha focalizzato sulle priorita’ di cui l’Europa deve farsi carico in prima istanza ed anche delle premesse senza le quali non è possibile cominciare bene questo percorso.
Le premesse sono la Sovranita’ del parlamento Europeo, che ora è subalterno all’aggregazione delle singole sovranita’ nazionali, in modo che sia a tutti gli effetti la sede dove vengono prese le decisioni.
Parimenti premessa importante è la Lotta alla mafia, in tutte le sue estensioni. La “banca della ‘ngrangheta – spiega Fava – è la prima “azienda” in fatto di profitti, che fattura piu’ di 65 miliardi l’anno. Questo significa che si è intrecciato un tessuto che risponde non solo ad alti livelli, con un mero sfaldamento della classe dirigente, ma arriva largamente anche alle collaborazioni nel piccolo.
Esempio lampante, restando sul territorio, si cita Expo. Scarso coinvolgimento degli enti locali e della cittadinanza ed ombroso metodo di lavoro hanno snaturato un evento di importante rilancio, su cui si potevano fare altre scelte – ricorda Somoza – per esempio un EXPO diffusa nel territorio, coinvolgendo la zona su piu’ vasta scala ed utilizzando siti gia’ presenti, cascine e cosi’ via.
Il radicamento delle forme mafiose dal basso sino alle istituzioni non permette di sanare la base su cui costruire ed effettuare tutti tangibilissimi punti presenti anche nel nostro programma.
Se vogliamo raggiungere quel progetto di unita’ solida europea che decenni fa pensava Altiero Spinelli dobbiamo mettere in fila tante priorita’ tra cui: affrontare di petto subito il debito pubblico, il severo stop al consumo di suolo, la cessazione di una politica economica di austerity a favore del rilancio e della crescita, la parificazione dei diritti tra gli stati, investimenti su formazione e ricerca mirando alla piena occupazione etc.
E’ necessario un lavoro di integrazione sociale che ci porti nella direzione della costruzione di una Comunita’ su scala Europea.

“Esiste oggi una coscienza culturale europea ed esiste una serie di manifestazioni di intellettuali e uomini politici che sostengono la necessità di una unione europea: si può anche dire che il processo storico tende a questa unione e che esistono molte forze materiali che solo in questa unione potranno svilupparsi: se fra X anni questa unione sarà realizzata la parola “nazionalismo” avrà lo stesso valore archeologico che l’attuale “municipalismo” (Antonio Gramsci, Quaderni del carcere)”.

Chiara Ubezio
Coordinatrice Sel Est Ticino