Collusi – Nino Di Matteo ad Abbiategrasso

Venerdì scorso si è svolto ad Abbiategrasso un interessante incontro pubblico con il magistrato Nino Di Matteo, organizzato ottimamente dalla Carovana Antimafia Ovest Milano.

Antonino Di Matteo, detto Nino, è nato a Palermo il 26 aprile del 1961. A causa della sua attività è sotto scorta dal 1995.

Ha ottenuto la condanna dei mandanti dell’omicidio di Rocco Chinnici, riconosciuti in Ignazio e Antonino Salvo, mentre per l’omicidio del giudice Antonino Saetta ha ottenuto la prima condanna all’ergastolo per Totò Riina.

È attualmente impegnato nel processo a carico dell’ex prefetto Mario Mori, in relazione ad ipotesi di reato eventualmente connesse alla trattativa Stato-mafia. Nel corso del processo veniva resa pubblica la minaccia di morte da parte del boss Totò Riina, intercettata dalla magistratura durante una conversazione privata in carcere con un altro recluso: «A questo ci devo far fare la stessa fine degli altri». In seguito alle minacce ricevute Di Matteo è stato sottoposto ad eccezionali misure di sicurezza. Ad Abbiategrasso abbiamo visto direttamente quanti uomini si occupano della sua sicurezza e con quanta attenzione.

In relazione alle indagini sulla trattativa tra Stato italiano e Cosa nostra, essendo indagato l’ex senatore ed ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, intercettando le sue utenze telefoniche alla fine del 2011 si venne a registrare anche una o più telefonate da questi intrattenute con l’allora capo dello stato Giorgio Napolitano, verosimilmente ignaro del controllo in corso sull’altro politico. Di Matteo, intervistato da un giornalista, aveva ammesso indirettamente l’esistenza di queste registrazioni, affermando però che non fossero di alcuna utilità processuale e pertanto non sarebbero state utilizzate in dibattimento. Una polemica si accese in ordine alla richiesta del Quirinale di distruggere le registrazioni, che evolse nella sollevazione di un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato dinanzi alla Corte costituzionale, presto ammesso[ e che si sarebbe poi concluso con sentenza di accoglimento delle richieste della presidenza della repubblica, cui seguì nell’aprile 2013 la materiale distruzione dei supporti.

Nell’aprile del 2014 Di Matteo è stato prosciolto in istruttoria dal procedimento in corso presso la sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura (CSM), aperto nel luglio 2012 e, secondo Marco Travaglio, su ispirazione provenuta dal Quirinale.

Nel successivo mese di maggio, il medesimo CSM ha diramato una circolare nella quale si prescrive che tutti i nuovi fascicoli d’inchiesta sulla mafia debbono essere affidati esclusivamente a chi fa parte della direzione distrettuale antimafia, e questo non era il caso né di Di Matteo né di altri suoi colleghi.

Nel luglio 2014, in occasione della commemorazione della strage di via D’Amelio, Di Matteo ha espresso considerazioni assai critiche nei confronti di Napolitano, di Silvio Berlusconi e anche di Matteo Renzi, al tempo presidente del consiglio dei ministri e nel pieno fervere di importanti trattative politiche con il fondatore di Forza Italia, qualche mese prima condannato per illeciti penali; la sortita ha provocato immediate reazioni da parte di esponenti politici di Forza Italia, Nuovo Centrodestra e Scelta Civica*.

Qui un’intervista rilasciata dal dott. Di Matteo a Fabio Fazio il 31 maggio 2015, nel corso del programma Che tempo che fa.

* Le informazioni riportate in questo post sono tratte da Wikipedia, alla voce Nino Di Matteo