LeU: Grasso ci riprova (ma è l’ultima forzatura)

Dopo le elezioni del 4 marzo in tanti abbiamo rinnovato la promessa impressa nell’incipit del nostro programma elettorale:

“Liberi e Uguali partecipa alle elezioni politiche con una proposta autonoma e alternativa ai partiti esistenti, con una lista che è il primo passo verso la costruzione di un nuovo soggetto politico comune delle forze progressiste, civiche e di sinistra nel nostro paese”.

Io non ho cambiato idea. Il mio sogno non è cambiato: voglio, insieme a tutte e tutti voi, contribuire a fondare un partito di sinistra, autonomo e alternativo ai partiti esistenti.

Per raggiungere questo obiettivo comune ho dovuto, in certi passaggi, forzare la mano e compiere dei passi che potessero agevolare il processo. I due più significativi sono stati l’ordine del giorno dell’assemblea del 26 maggio – che indicava modi e tempi per il confronto tra le diverse anime che compongono LeU – e l’avvio del Comitato promotore nazionale – cui abbiamo affidato il compito di stilare le tesi del Manifesto.

Il lavoro del Comitato è stato eccezionale per passione, impegno, dedizione, idee e contributi. In tre mesi persone diverse per età, esperienze e competenze hanno lavorato attorno ai nuclei problematici del presente e del futuro, per costruire insieme l’identità di un partito di sinistra pienamente consapevole del tempo difficile che stiamo vivendo e capace di affrontare le sfide che verranno.

Un documento, un manifesto, teso a definire la cultura politica alla base del progetto di LeU, da affidare alla discussione e alla votazione in quella fantomatica “prima fase” che avrebbe dovuto chiudersi entro il 30 settembre. Siamo alla metà di ottobre e, per ragioni strumentali, la “prima fase” non è nemmeno iniziata.

Sono abituato a mantenere fede alla parola data. Per questo ho deciso di fare io stesso sintesi dei contributi arrivati e stilare il Manifesto di Liberi e Uguali, disegnando, a partire dalle riflessioni del Comitato, il perimetro ideale entro il quale dovrà muoversi la nostra proposta. Saranno altri, spero, a trasformare questo Manifesto in un programma politico.

Non nego che le diverse e reiterate prese di posizione pubbliche di apertura a rassemblement più o meno “popolari”, legittime ma senza coordinamento alcuno con il coordinamento politico di LeU, mi hanno convinto a fare questa – vi assicuro ultima – forzatura per tutelare il progetto originario, nella speranza che serva far nascere una proposta condivisa per andare avanti, insieme, e costruire Liberi e Uguali. Chi intende tornare alla sua vecchia casa politica lo faccia al più presto, e ci lasci proseguire. Perché noi andremo avanti.

E’ quello che chiedono i Comitati territoriali di LeU nati in molte città d’Italia: è quello che chiedono elettori, militanti e dirigenti sui territori, gli stessi che hanno dedicato tempo e risorse alla campagna elettorale che ha portato in Parlamento 14 deputati e 4 senatori, e che meritano più rispetto di quanto riservato loro finora. Meritano la chiarezza di una proposta autonoma e alternativa, non la confusa speranza dell’attesa di un ravvedimento altrui al momento non percepibile.

Le idee sono importanti, ma sono le azioni a renderle concrete. In questo momento la battaglia contro le Ong iniziata dal Ministro Minniti è stata portata a compimento dal Ministro Salvini.

Il Mediterraneo sarebbe senza testimoni se non ci fosse Mediterranea, la nave che è partita alcuni giorni fa grazie all’impegno di molte Associazioni e di alcuni esponenti di LeU. Diamogli una mano.

A questo link potrete contribuire per dare a Mediterranea la possibilità di continuare il suo viaggio.

Buon vento,

Pietro Grasso