Fini e Marino, nelle loro mani

Diritti laici per una politica sana. Una sfida difficile che ha trovato due testimoni d’eccezione ieri a Montecitorio: il presidente della Camera Gianfranco Fini e il senatore Pd Ignazio Marino. L’occasione era data dalla presentazione del libro di Marino “Nelle tue mani. Medicina, fede, etica e diritti”. Ci sono temi su cui occorre andare oltre la logica di schieramento, e su questo concetto si sono trovati entrambi d’accordo. Temi decisivi per la vita delle persone che troppo spesso vengono sacrificati di fronte a calcoli di corto respiro e campagne elettorali permanenti.

“Servono gesti di ragionevolezza, a cominciare dalla legge sul testamento biologico” ha detto Marino. “Per esempio, una legge leggera, un articolo solo che dice che c’è l’obbligo di somministrare tutti i trattamenti necessari, in assenza di biotestamento”. E poi ha citato il presidente della Corte Suprema Usa, un repubblicano, che nel 1988, in pieno dibattito sul biotestamento, disse: “Nel tema del fine della vita, lo Stato è straniero per il paziente: deve decidere chi è legato a lui da vincolo d’amore”. Secondo il presidente della Camera, “una politica libera da dogmi e da ideologismi non e’ affatto una politica piu’ debole. Penso al contrario che sia una politica piu’ ‘forte’. Ed e’ tale proprio perche’ piu’ umana, piu’ vicina ai cittadini e alla dimensione reale dei loro problemi”. Dopo aver invitato tutti a tentare di “immedesimarsi in coloro che vivono realmente il dramma”, Fini ha citato la lettera pontificale di Paolo VI ai medici cattolici nel 1970, dove il Papa parlava di “dovere del medico” di”impegnarsi ad alleviare le sofferenze, invece di prolungare il piu’ a lungo possibile, con qualsiasi mezzo e con qualsiasi condizione, una vita che non e’ piu’ pienamente umana e che va naturalmente verso il suo epilogo”.

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